CINA - Tibet

La Spiritualità del Tibet Occidentale: Pellegrinaggio al Kailash

  • Volo + Tour , Tour di gruppo , Turismo Responsabile
  • 20 giorni / 19 notti
  • Come da Programma

Il Kailash per molti rappresenta una delle mete più ambite della vita... un luogo così remoto e traboccante di energia spirituale. Il viaggio è eseguito in collaborazione con la Jonang Foundation e prevede anche un ricco insieme di visite a siti storici. L’itinerario è stato curato per poter offrire una visione d’insieme completa degli sconfinati territori del Tibet occidentale, cogliendone gli aspetti naturalistici, storici e mistici, nel rispetto anche del percorso di pellegrinaggio tradizionale che percorre i lembi del “Lago della Madre” prima di recarsi al Kailash.

Dettagli

Partenza di gruppo a data fissa con accompagnatore italiano esperto di cultura tibetana.
Il viaggio può essere organizzato anche in altre date con guida parlante inglese (quote su richiesta).

POSSIBILI ESTENSIONI DI 5 O 10 GIORNI - CHIEDI AL TUO PROMOTORE DI FIDUCIA!!


PROGRAMMA DI VIAGGIO


1° giorno: Partenza dall’Italia

Pasti e pernottamento a bordo.

2° giorno: Chengdu  
Arrivo a Chengdu in mattinata e sistemazione presso l’hotel Holiday Inn Express (4*). Nel pomeriggio è prevista una visita della città: al tempio taoista di Qing Yang, alla casa del poeta Du Fu e al tempio di Wu Hou, situato in uno splendido giardino cinese.

3° giorno: Chengdu - Lhasa  
Di prima mattina, volo per Lhasa e accoglienza in aeroporto da parte della guida tibetana. Trasferimento in pulmino privato e sistemazione presso l’hotel Gang Gyen (4*) o simile, situato nella città vecchia. Nel primo pomeriggio ci si reca con una passeggiata al circuito sacro del Barkor che circonda il Jokhang, il tempio più importante del Tibet che custodisce la statua di Jowo Sakyamuni.

4° giorno: Lhasa  
Giornata dedicata alla visita di Lhasa. Ci si reca al Potala e al palazzo estivo, il Norbulingka, e alla cattedrale del Jokhang.Completato il tour si potranno percorrere a piedi le vie della città vecchia, che è fortunatamente ancora abitata in prevalenza da tibetani, dove tra i siti principali si trovano il convento di Ani Tshamkhung e il tempio di Ramoce, che fu fondato nel medesimo periodo del Jokhang e ospitò la sede del collegio tantrico del Gyuto, e diversi siti minori, cari al cuore dei tibetani.

5° giorno: Lhasa  
Oggi si potrà scegliere tra due opzioni: la visita delle Università Monastiche nei pressi di Lhasa con la guida tibetana oppure un’escursione a Tsurphu con il capogruppo italiano. Il primo percorso prevede di iniziare da Drepung, che prima dell’invasione era il Gompa più grande del Tibet, e di recarsi al vicino tempio di Nechung, una volta sede dell’Oracolo di Stato tibetano, che conserva dipinti difficilmente visibili altrove. Nel pomeriggio si visita l’università di Sera, dove è abbastanza usuale poter assistere al dibattito dei monaci. Con l’altra opzione ci si reca a Tsurphu, il monastero a circa 70 chilometri da Lhasa da cui è fuggito il Karmapa nel 2000, lasciando le autorità cinesi sbalordite. Fu fondato nel 1187 dal primo Karmapa e da allora rimase la sede principale della scuola Karmakagyu; le gravi distruzioni subite a causa dell’invasione cinese sono state in buona parte riparate. Rientrando a Lhasa si sosta per una visita all’antico sito di Kyormolung, di origine Kadampa, che risale al XIII secolo; qui si trovano gli edifici di alcuni dei vecchi collegi e nel tempio principale gli affreschi sono sopravvissuti alla rivoluzione culturale.

6° giorno: Lhasa – Yungdrunling - Shigatse  
Lasciata Lhasa si sosta per una visita monastero di Nyetang Dolma Lhakhang, storicamente importante perché fu la dimora di Atisha, con reperti artistici belli ed importanti; nei pressi si trova il tempio che contiene il chorten di questo grande santo dell’India. Si prosegue lungo il fiume Kyuchu fino alla confluenza con lo Tsangpo, di cui si risale il corso fino al ponte che porta verso le valli di Oyuk; lo si attraversa giungendo con una strada sterrata al monastero Bön di Yungdrungling, uno dei principali centri di questa religione, in buona parte ricostruito, che contiene alcune interessanti statue e una serie di mandala dipinti tipici di questa scuola tibetana. Nell'ampia piana alluvionale sottostante si trova un tipico villaggio rurale tibetano. Tornati al fiume si prosegue per Shigatse, la seconda città del Tibet, dove ci si sistema presso l’hotel Manosarovar o similare.

7° giorno: Shigatse – Puntshok Ling (Jomogang) – Lhartse  
Prima di lasciare Shigatse ci si reca al grandioso monastero di Tashilhumpo, ricco di inestimabili tesori, che fu fondato dal primo Dalai Lama nel 1447, uno dei più grandi del Tibet, con molti templi e sale. Si lascia Shigatse seguendo la strada che porta verso Lhartse e il Nepal, lasciandola per seguire una valle che riporta verso nord al fiume Tsangpo, attraverso uno splendido ambiente rurale dove in un villaggio si trova un piccolo antichissimo monastero dell’esoterica scuola dei Bodonpa. Arrivati al fiume lo si segue per un tratto con panorami stupendi arrivando al monastero di Puntshok Ling, colmo di stupendi affreschi e ricchissimo di storia, costruito a ridosso dei contrafforti rocciosi che delimitano insieme a giganteschi crinali di sabbia l’ingresso di una valle che si apre verso sud; chi se la sente potrà risalirla lungo un sentiero arrivando con circa due ore di cammino, meno se si è allenati, al Kumbum di Jomogang. Si prosegue quindi per Lhartse, ricongiungendosi alla strada principale, dove si alloggia presso l’hotel Shangai o similare.

8° giorno: Lhartse – Chung Riwoche  
Si lascia la strada che procede verso il Nepal per seguire un percorso più settentrionale che supera un passo e transita da un lago oltre cui si imbocca una strada sterrata che porta fino alle rive dello Tsangpo a Chung Riwoche, dove si pone il primo campo. Questo è il luogo dove si trovava lo Dzong del mitico Tamtok Gyalpo, costruttore medioevale di ponti sospesi fatti con le catene di metallo, e si vede ancora il grande kumbum da lui realizzato.

9° giorno: Chung Riwoche - Saga – Dargyeling Gompa (Jongba)   
Tornati sulla strada principale si prosegue il viaggio verso ovest, con una lunga tappa che si svolge in un ambiente di praterie d’alta quota. Si transita dal lago di Ngaring e da Zangzang, un villaggio dove si trova un interessante convento femminile di scuola Nyingmapa (che si visita la ritorno) e si prosegue sempre attraverso valli e passi erbosi fino a Saga, sul fiume Tsang Po, e oltre un ultimo passo si giunge a Jongba, dove si pone il campo nei pressi di un bel monastero posto panoramicamente sopra le vaste vallate.

10° giorno: Jongba – Manosarowar (Seralung)  
Il bellissimo percorso di questa lunga tappa, che impegna per circa 8 ore di guida ed è resa possibile grazie a dei lavori di miglioramento che sono stati recentemente eseguiti sulla strada, attraversa una regione dove spesso si incontrano le tende dei nomadi. A Trongsa si trova un interessante monastero e, prima di Paryang, una zona di dune di sabbia sullo sfondo dell’alto Himalaia. Oltre il passo del Mayum e il lago di Te Tso si raggiungono le acque turchesi del “lago della madre”, il sacro Manosarowar, che viene circumambulato a piedi da molti pellegrini tibetani; da qui si vede per la prima volta il Kailash, oltre le vaste acque del lago. Si pone il campo nei pressi del piccolo monastero di Seralung sulla sponda nord occidentale, in vista del Gurla Mandata.

11° giorno: Manosarowar
Si seguono le rive del lago sacro in senso orario; i panorami sono fantastici, i colori del lago continuano a variare nell’arco della giornata, si ha la mole del Gurla Mandata (7800 mt) a sud est e, se è limpido, la visuale del Kailash a nord ovest oltre le acque del lago. Da Seralung al monastero di Trugo, un Gompa, posto alle pendici del Gurla Mandata sul lato meridionale del lago, sono circa 23 km. Oltre, si continua lungo la sponda meridionale per il monastero di Gossul, luogo di ritiro spirituale dove ci sono anche alcuni eremi, famoso per le sabbie che si trovano nei dintorni utilizzate per la preparazione dei mandala. Si raggiunge quindi il monastero di Chiu, vera perla del Manosarowar, posto su di colle che domina una spiaggia della costa nord ovest, dove si pone il campo.

12° giorno: Chiu – Raksal Tal – Purang - Darchen   
Da Chiu ci si reca al lago Raksal Tal, un bacino d’acqua altrettanto vasto, temutissimo dai pellegrini perché secondo la tradizione esoterica cela l’oscura energia magica del principio femminile: sulle sue sponde non si trovano segni di devozione (bandiere, muri mani, né monasteri); la vista del Gurla Mandata che si specchia nelle acque riesce però a mitigare almeno per un po’ ogni timore! A sud del lago si trova la cittadina di Purang, che fu una delle capitali del Regno di Gughe; ci si reca a visitare i Gompa di Khorzak e Gokung. Si torna quindi al Manosarowar, un percorso panoramicissimo tra i due grandi laghi con il Gurla Mandata a est e il Kailash a nord, arrivando a Darchen, punto di partenza per il kora della montagna sacra. Questo villaggio purtroppo è pieno di sporcizia e ad alcuni toglie la poesia del luogo; purtroppo la sosta qui è obbligatoria e si riposa per obbligo in una locanda.

13° giorno: Kora del Kailash
Il sentiero attorno al Kailash forma un grande anello di 54 chilometri; lungo il percorso sacro si incontrano una miriade di luoghi legati a storia, mito e leggenda, e anche alcuni piccoli monasteri: l’insieme lo rende decisamente unico al mondo. La tappa di oggi porta dopo le prime due ore circa sulla piana di Tarboche, all’ingresso della valle occidentale del Kailash, il luogo dove si svolge Saga Dawa. Si transita ai piedi del monastero di Choku che si erge sul versante occidentale, che viene visitato solo dai più tenaci, e si sale gradualmente al cospetto dei colossali muraglioni occidentali del Kailash; a tratti dal sentiero appare altissima la cuspide sommitale. Si aggira il monte finché appare l’immortale parete nord, ai cui piedi si trova l’eremo di Dirapuk, dove si pone il campo (5000 mt circa) in vista della maestosa parete.

14° giorno: Kora del Kailash
Salendo verso il passo di Dolma si transita da alcuni laghetti e da un punto dove i pellegrini usano lasciare qualcosa di personale: solitamente dei vestiti, e a volte anche delle… dentiere, per significare l’abbandono del peso del proprio karma e delle negatività del passato. Il mitico passo è alto circa 5600 metri; quindi la salita viene sempre svolta procedendo con grande tranquillità, senza fretta. Il capogruppo proverà ad attraversare un colle più interno, il Kadro Saglam, che richiede però capacità tecniche su neve e ghiaccio, mentre la guida tibetana segue il sentiero normale coi partecipanti. Dal Dolma, dove un’infinità di bandiere di preghiera sventolano al vento e non si vede più la vetta del Kailash, un luogo che commuove molti pellegrini, si scende ripidi passando subito dal laghetto di Tara, dove può capitare di vedere pellegrini induisti che eseguono un’abluzione nell’acqua gelida, a circa 5500 metri di altezza. Arrivati alle pasture della valle sottostante, dove si trovano usualmente degli yak al pascolo, si continua con un lungo tratto di cammino pianeggiante allietato da una visuale dello spigolo nord est del Kailash e finalmente si pone il campo.

15° giorno: Kora del Kailash
Ormai in vista dei laghi sacri di Manosarowar e Raksal Tal, si passa dal monastero di Zutrulpuk, costruito sul luogo dove il santo Milarepa meditava in una grotta, e si esce dalla valle di Akshobya raggiungendo Darchen, completando il cammino. Ci salutano qui i partecipanti e il capogruppo italiano che proseguono il viaggio e si inizia il percorso di rientro con una guida tibetana; si lascia Darchen e si pone il campo sulle rive del grande lago turchese Manosarovar, per un ultimo saluto al “Lago della Madre”.

16° giorno: Manosarowar est – Dargyeling Gompa (Jongba)  
Tra oggi e domani si ripercorrono le tappe più lunghe del viaggio, i cui meravigliosi panorami compensano egregiamente i tempi di guida: nel percorso odierno si rivedono il lago di Te Tso, il Mayun La, il versante settentrionale dell’arco Himalaiano, le dune di Paryang, Trongsa Gompa, ecc. Si pone il campo presso il monastero di Dargyeling, come all’andata.

17° giorno: Jongba – Lhartse  
Dal Gompa di Dargyeling si arriva sullo Tsang Po a Saga, e attraverso le vaste montagne erbose e diversi passi si transita da Zangzang, dove ci si reca a visitare il convento femminile, quindi dal lago di Ngaring e così via arrivando infine a Lhartse, dove si alloggia nel medesimo hotel.

18° giorno: Lhartse – Sakya – Shigatse  
In una valle a sud di Lhartse si trova il colossale tempio–fortezza di Sakya, uno dei luoghi storici principali del Tibet. Già nelle torri perimetrali sono alloggiati dei templi ed all’interno delle poderose mura si trovano una serie di edifici importanti, tra cui la casa dell’Abate accanto a cui si trova un impressionante Gonkhang, e, se si sale sul tetto del tempio centrale, si trova la cappella del protettore principale, luogo di grande forza esoterica. Ma è dal cortile più interno che si accede a tre colossali Lhakhang, con una profusione di affreschi e reperti artistici eccezionali. Completata la visita si parte per Shigatse, seguendo la comoda strada che giunge dal Nepal; si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata.

19° giorno: Shigatse – Lhasa  
Si risale il corso dello Tsang Po fino alla confluenza col Kyuchu giungendo a Lhasa, dove si alloggia nel medesimo hotel utilizzato all’andata. Pomeriggio libero.

20° giorno: Lhasa – Chengdu – Italia  


Il programma di viaggio può subire variazioni dovute a fattori naturali e climatici.


MODALITA' DI EFFETTUAZIONE DEL VIAGGIO

Questo viaggio prevede la presenza di un accompagnatore in aggiunta alla guida ufficiale, che oltre a portare un contributo conoscitivo offre una garanzia al buon svolgimento del programma. A volte infatti le guide ufficiali hanno un atteggiamento poco collaborativo con chi abbia un reale interesse per il mondo tibetano: devono essere infatti filo cinesi, se pur tibetane, altrimenti rischiano di perdere la licenza.
Ogni viaggio al Kailash richiede un elevato spirito d’avventura e una discreta condizione fisica, ma è affrontabile da chiunque sia animato da una sufficiente motivazione. Si passano una buona parte delle notti in campi ben allestiti con tende per dormire da due o una persona, tenda comune per mangiare e tende per i servizi; accompagnano il gruppo un cuoco e assistenti per il montaggio. Solo durante il kora del Kailash non vengono utilizzati il tavolo e le sedie. Si viaggia su jeep tipo Toyota Landcruiser con al seguito un camion per il supporto logistico, che trasporta scorte di viveri, combustibile, attrezzature da campo e bagagli. Il clima previsto in questa stagione è solitamente bello, ma bisogna essere comunque sempre attrezzati per possibili piogge e nevicate. Le temperature minime previste si incontrano a Dirapuk a nord del Kailash, dove di notte si può scendere anche oltre i –5°c. Oltre all’usuale attrezzatura da montagna serve quindi un sacco a pelo caldo, omologato per essere comodi a –10°c.

Date e prezzi
Prezzo
Incluso/Escluso

La quota si intende a persona ed è sempre soggetta a riconferma al momento della prenotazione. Eventuali variazioni dipenderanno dalle tariffe aeree disponibili al momento.

Numero massimo di partecipanti: 15 persone

LA QUOTA COMPRENDE:
- Voli intercontinentali e tasse aeroportuali (da riconfermare)
- Tutti i trasporti indicati nel programma
- Tutti i pasti come da programma
- Permesso speciale per l’ingresso in Tibet
- Ingressi ai parchi e ai siti indicati
- Accompagnatore italiano per tutto il periodo
- Quota di iscrizione
- Assicurazione medico/bagaglio/annullamento

LA QUOTA NON COMPRENDE:
- Visto di ingresso per la Cina
- Extra di carattere personale
- Tutto quanto non specificato ne "La quota comprende".

Il prezzo del viaggio è formulato con riferimento al cambio euro – yuan del 31/1/’13, € 1 = CNY 8,46.

Appunti di Viaggio

NOTIZIE UTILI SUL PAESE

Documenti e formalità:

Necessario passaporto con validità residua di almeno 6 mesi.
Per recarsi in Tibet è necessario munirsi di un visto cinese e se ci si reca nel territorio delineato come “Regione Autonoma del Tibet" o in zone poste vicino ai confini meridionali del Kham servono dei permessi supplementari. Molte aree di confine verso l’India, il Nepal, il Bhutan e la Birmania sono del tutto chiuse al turismo. Se ci si reca in Tibet dalla Cina è invece necessario ottenere il rilascio del visto prima della partenza dall’Italia.
I viaggi che si svolgono all’interno del territorio delineato dai cinesi come “Regione Autonoma del Tibet" richiedono inoltre obbligatoriamente la presenza di una guida ufficiale, dotata del necessario patentino statale, che abitualmente parla almeno un po’ di inglese; se si necessita di una guida locale che parli italiano molto difficilmente la si può reperire in Tibet ed è necessario individuare la persona dall’Italia.
Il programma che viene sottoposto alle autorità cinesi è molto importante, perché indica i luoghi in cui sono previste le visite; se un luogo non è indicato nel permesso di viaggio che viene rilasciato può essere a volte difficile, se non impossibile, recarvisi, perché i controlli in alcune zone sono rigorosi.

Vaccinazioni:

Nessuna obbligatoria.

Fuso orario:

+ 7 ore rispetto all’Italia ;+ 6 ore quando in Italia vige l’ora legale.

Valuta:
Si raccomanda di portare dollari in contanti (meglio se anche di piccolo taglio) per eventuali spese; in Tibet è molto difficile cambiare traveller cheques fuori dalle città principali e gli euro non sono ancora abitualmente riconosciuti. Le carte di credito sono utilizzabili solo nei negozi dei centri principali.

PROGETTI SOSTENUTI


Ogni attività svolta in Tibet deve fare i conti con le autorità cinesi che non desiderano alcun tipo di intervento esterno che possa in qualche modo sostenere la cultura locale. La popolazione tibetana lotta tenacemente per preservare la lingua e le tradizioni, nel contesto di un paese che è stato brutalmente invaso. Tra la popolazione si riscontrano molti problemi, ma il sentimento più forte è nel mantenimento di una propria indipendenza mentale.
Questo viaggio è organizzato in collaborazione con la Jonang Foundation con base negli USA, che con estrema ponderatezza e riservatezza sta cercando di preservare il lignaggio tibetano dei Jonangpa. Questa bella collaborazione ha consentito di organizzare la visita in Italia tra dicembre 2007 e gennaio 2008 di Lama Kunga Sherab Rimpoce, venuto così per la prima volta in occidente. Questo ieratico sant’uomo, principale Maestro di questa tradizione, ha conferito l’iniziazione completa di Kalachakra, e si sono organizzati un insieme di eventi a Milano e cinque giornate dedicate alla cultura del Tibet a Venezia.


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